
Un colpo letale all’economia globale, non solo cinese. Il Coronavirus continua a spaventare soprattutto gli attori economici, che stanno subendo più di tutti i contraccolpi dell’emergenza che, dal punto di vista del sistema economico, potrebbe rischiare davvero di configurarsi come una pandemia.
L’ultimo allarme, dopo quello del Fondo Monetario Internazionale, arriva dall’agenzia di rating Moody’s, secondo cui una recessione globale sarebbe “probabile” se Covid-19 dovesse trasformarsi in una pandemia. E, purtroppo, le probabilità che ciò accada sono “verosimilmente alte” e aumentano con il crescere dei contagi fuori dalla Cina, e soprattutto in Italia e in Corea del Sud.
Coronavirus, il “cigno nero” perfetto
Covid-19 “è sbucato dal nulla” scrive l’agenzia Usa. Può essere quello che gli economisti chiamano un “cigno nero”, un evento raro e intrinsecamente imprevedibile con gravi conseguenze.
“Tutti noi speriamo che lo sforzo globale per contenere il virus garantisca che questo cigno nero non volerà. Ma è prudente essere preparati se lo farà”, scrive nell’analisi Mark Zandi, Chief Economist di Moody’s, che con il suo team ha raddoppiato le probabilità di una pandemia, portandola dal 20% al 40%.
Cosa succederà all’economia globale
Secondo le previsioni di Moody’s l’economia globale subirà, a causa del Coronavirus, un impatto sul Pil di quasi un punto percentuale (annualizzato) nel primo trimestre, e rallenterà di 0,4 punti percentuali fino al 2,4% nel 2020.
La crescita potenziale globale è stimata al 2,8%, mentre l’economia Usa registrerà una crescita di solo l’1,3% nel primo trimestre, in calo dello 0,6% proprio a causa del virus. La crescita nel 2020 dovrebbe ora essere dell’1,7%, in calo dello 0,2%. La crescita potenziale dell’economia Usa è stimata intorno al 2%.
Perché l’Italia è più a rischio
Un giudizio spietato quello di Moody’s, che preoccupa soprattutto il Belpaese. “Il Coronavirus peserà sul Pil dell’Italia, non sul rating” precisa, mentre per quanto riguarda l’economia americana, questa è più isolata dall’impatto del virus ma non è immune, e in questo scenario probabilmente subirebbe una recessione. L’economia era già fragile prima dell’epidemia e vulnerabile a tutto ciò “che non si è attenuto al copione. Covid-19 è fuori copione”.
Moody’s nella sua analisi chiarisce che l’esplosione del virus nelle regioni dell’Italia settentrionale, che contano per circa il 41% del Pil del Paese, aggiunge ulteriore pressione al ribasso sulle già deboli prospettive di crescita dell’economia italiana e aumenta il rischio che il Paese scivoli in recessione.
Il nostro Paese sarà uno dei più colpiti perché ha “pochissimo” spazio di manovra in termini di politica monetaria e fiscale per reagire. Sebbene il livello e la durata dell’impatto siano in questa fase altamente incerti, una temporanea crisi di consumi e produzione è “altamente probabile”.
Cosa può fare la politica
“Se scoppia la pandemia – continua Zandi – non è difficile costruire scenari in cui sarà una sfida severa, per la mancanza di ovvie risposte politiche, particolarmente in Europa e in Italia. C’è poco che i governanti possono fare” in quanto “non c’ è una buona risposta politica all’impatto economico del virus”.
I tassi di interesse sono già molto bassi o negativi, e la Bce non può fare molto per aiutare sul piano monetario. Mentre da più parti arrivano richieste di deroghe Ue ai vincoli di bilancio, sappiamo che anche sul piano fiscale però c’è pochissimo spazio, particolarmente in Italia. “Non è chiaro cosa possano fare i governanti per attenuare l’impatto economico di Covid-19. Ciò rende ancora più urgente che il virus sia contenuto, perché sarebbe molto difficile rispondere poi dal punto di vista monetario e finanziario”.
“Contenimento e trasparenza” sono le uniche due ricette “per frenare il più possibile il contagio e ristabilire la fiducia dei cittadini”. “Se i governanti non saranno trasparenti su cosa succede, diffonderanno più panico, minando la fiducia ed esacerbando l’impatto economico”.
Ad maiora….
GC
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