
Le banche italiane hanno un ruolo di primo piano nel garantire l’attuazione di tutte le misure adottate dal governo a sostegno delle famiglie e delle imprese. Per questo dovranno «intensificare gli sforzi» per ridurre al minimo il disagio degli utenti e agevolare al massimo l’accesso al credito in questa difficile fase di emergenza nazionale.
La Banca d’Italia ha fissato ieri in un’articolata raccomandazione l’invito a tutto il sistema creditizio ad assicurare l’assistenza «tempestiva» che l’intera collettività si aspetta. Non solo. Gli intermediari sono stati anche invitati a valutare l’opportunità di «estendere su base volontaria» le iniziative governative a favore di categorie che potrebbero «versare in situazioni di difficoltà» o in relazione a tipologie di rapporti contrattuali «al momento non comprese nei provvedimenti». Mentre per quello che riguarda i finanziamenti alle imprese garantiti dallo Stato, questi dovrebbero «essenzialmente mirare a fornire le imprese della provvista necessaria per far fronte ai costi di funzionamento o a realizzare verificabili piani di ristrutturazione industriale e produttiva». Le banche dovranno in questo caso tenere conto di questi elementi nella verifica della clientela, oltre che ovviamente del complesso degli ulteriori elementi informativi disponibili sul profilo di rischio dei richiedenti i finanziamenti, «sia in sede di concessione del finanziamento, sia nella fase di monitoraggio dello stesso».
Ieri, intervistato dall’Ansa, il presidente Abi Antonio Patuelli ha assicurato che sarà la concorrenza fra le banche a garantire tempi accelerati. «Nel decreto – ha spiegato Patuelli – non ci sono deroghe o semplificazioni alle procedure bancarie e alle indicazioni della vigilanza. Se per la liquidità sotto i 25mila euro le modalità sono veloci, per i finanziamenti maggiori bisogna attendere che la Sace metta a punto le procedure. So che stanno lavorando molto su questo nonostante siano impegni nuovi per loro e sono ottimista». «Innanzitutto però – ha aggiunto il presidente Abi – bisogna attendere il via libera dell’Antitrust Ue cui è subordinata l’operatività delle misure. Sarà la concorrenza fra le banche a garantire che saranno accelerati i tempi. Le imprese sono quasi tutte multi affidatarie (ovvero hanno rapporti con più banche ndr) e si rivolgeranno a quegli istituti che daranno la maggiore velocità».
Tornando alla raccomandazione, Bankitalia fa inviti precisi a garantire l’operatività di tutta la rete delle filiali territoriali anche in pieno lockdown, con un rafforzamento dei servizi via telefono o tramite il canale digitale. E non mancano indicazioni puntuali per «superare le difficoltà emerse da parte dell’utenza negli ultimi giorni». Per esempio: nei casi di eventuale addebito di rate in scadenza di prestiti o mutui per i quali sia stata presentata domanda di moratoria, dovranno essere assicurati riaccrediti senza conseguenze sfavorevoli ai clienti (come l’applicazione di tassi di interesse o commissioni di istruttoria veloce in caso di sconfinamento). O ancora: le banche sono chiamate a dare «delucidazioni sugli strumenti varati dal governo», mentre sul regime economico «andranno svolte valutazioni approfondite per rimuovere qualsiasi onere a carico della clientela non compatibile con le norme emergenziali». Insomma quello che viene raccomandato è uno sforzo senza precedenti per assicurare che la liquidità arrivi in tempi rapidi dove richiesto assicurando il massimo di collaborazione: modulistica conforme facilmente scaricabile dai siti web, aree informative dedicate, sezioni con istruzioni semplificate.
La fase è delicata. Negli ultimi giorni, stando alle segnalazioni delle autorità, sono aumentate le pratiche di riciclaggio messe in campo da soggetti criminali. Sulla questione Patuelli ha condiviso le preoccupazioni espresse dai procuratori di Milano e Napoli, Greco e Melillo. «La questione ha serie sfaccettature che non devono essere sottovalutate. Per questo, visto che nel decreto non ci sono deroghe alle procedure bancarie, in questo modo ci sono più responsabilità per chi deve vegliare sui rischi di riciclaggio». Secondo il presidente Abi in sede di conversione dovrebbe essere inserito nel decreto quanto chiesto dai due procuratori, ovvero la presentazione del certificato antimafia degli imprenditori.
Su questo fronte la raccomandazione di Bankitalia invita gli intermediari a continuare a sottoporre la clientela «a tutti gli obblighi previsti dalla disciplina in materia di antiriciclaggio». E la profondità e l’intensità dei controlli da condurre ai fini delle adeguate verifiche «andranno opportunamente calibrati».
Pronto il disciplinare della Sace sui rapporti con gli istituti di credito
In arrivo invece entro 7-10 giorni la piattaforma web per le banche
Sarà pronto per l’inizio della settimana il disciplinare che regolerà i rapporti tra Sace e le banche alla luce della “garanzia Italia” prevista dal decreto liquidità. La società è al lavoro con l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) per chiudere questa partita e predisporre il documento che servirà anche a definire la nuova modulistica destinata alle imprese e differenziata in base alle tre fasce dimensionali individuate dal provvedimento approvato dal governo.
Un passaggio imprescindibile, dunque, per consentire l’avvio del nuovo strumento che, a regime, vedrà impegnato qualche centinaio di persone in Sace. Dove, da giorni, si sta mettendo mano anche alla piattaforma web, deputata a raccogliere le istanze delle banche o dei soggetti abilitati a erogare il credito, per consentirle il “salto di ruolo” in tempi brevi, al massimo 7-10 giorni. Perché, va ricordato, un’interfaccia con le banche, accessibile tramite il sito di Sace, già esiste ed è operativa dal 2007, da quando cioè la società della galassia Cdp l’ha messa a punto per sostenere le imprese esportatrici con garanzie sui finanziamenti del capitale circolante, legato all’operatività con l’estero, o per l’internazionalizzazione che sono state potenziate nell’ambito dell’ultimo pacchetto di misure varato dalla Cassa.
Si tratta, dunque, di una piattaforma informatica rodata, su cui sono già accreditate, attraverso un meccanismo convenzionale – che ora viene appunto rivisto e adeguato -, tutte le principali banche del Paese (oltre 150 istituti),ma che adesso necessita di un affinamento per allinearla al nuovo strumento disegnato dall’ultimo provvedimento del governo e al prevedibile aumento dei volumi. Una messa a punto che non riguarda soltanto Sace, però, dal momento che anche le banche dovranno prendere le misure per il tramite dei consorzi che ne gestiscono i sistemi informativi. Ecco perché è stata creata, nei giorni scorsi, un’apposita task force tra la Sace e l’Abi con l’obiettivo di studiare tutti i risvolti collegati all’avvio del nuovo strumento. La società ha poi predisposto anche una formazione ad hoc sia all’interno, verso coloro che dovranno poi occuparsi di raccogliere le richieste delle banche trasmesse via portale, sia nei confronti degli operatori bancari e finanziari che gestiranno il percorso sul fronte opposto. E, a breve, sarà disponibile anche una linea telefonica dedicata alle banche, mentre è già attivo un numero verde (800 020 030), per offrire informazioni sullo strumento.
Fin qui il lavoro di potenziamento della “macchina”, inserita comunque all’interno di un iter disciplinato dal decreto che assegna alle banche (o ai soggetti che erogheranno il finanziamento) la funzione di “filtro” rispetto alle richieste delle aziende. Che disporranno di una procedura semplificata se al di sotto della soglia degli 1,5 miliardi di fatturato con la Sace che punta a rilasciare la garanzia, controgarantita dallo Stato, in due giorni dal ricevimento dell’istanza bancaria.
Atteso martedì l’ok Ue sugli aiuti di Stato Gualtieri: tempi stretti
La macchina dei prestiti costruita dal decreto liquidità comincerà a girare in pieno «entro fine mese», e le «regole d’ingaggio» per le banche che dovranno operare con la Sace arriveranno «la settimana prossima».
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri risponde all’allarme delle imprese sul rischio di tempi lunghi per passare ai fatti con i prestiti garantiti dallo Stato. E rivendica quella che definisce «una rapidità senza precedenti» all’interno di un intervento che vede già l’erogazione di «migliaia di prestiti» da parte del Fondo di garanzia per il meccanismo attivato dal decreto Marzo.
Per attuare le complesse regole scritte nel provvedimento sulla liquidità i passi sono due. E il primo va effettuato in sede comunitaria, dove la commissione deve autorizzare le deroghe alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. La richiesta è stata notificata nei giorni scorsi, e secondo le informazioni raccolte a Bruxelles il via libera potrebbe arrivare già martedì, salvo imprevisti.
Il passaggio in commissione è duplice, e oltre al ministero dell’Economia coinvolge quello dello Sviluppo economico. Perché l’autorizzazione deve riguardare le garanzie targate Sace per le imprese più grandi (articolo 1, comma 12 del decreto 23/2020) e l’ombrello pubblico allargato per il fondo di garanzia delle Pmi (articolo 13, comma 1).
Ma nei fatti si tratta di una tappa formale, che non solleva incognite su un possibile stop dall’esecutivo comunitario. Perché il decreto si muove sul terreno definito dalle due comunicazioni del 19 marzo e del 3 aprile con cui la Commissione ha allargato le maglie delle regole che frenano gli aiuti di Stato proprio per permettere ai governi nazionali di garantire la liquidità delle imprese. Il tema è ovviamente considerato prioritario a Bruxelles, dove lo smaltimento delle pratiche procede rapido: ieri per esempio si è acceso il semaforo verde per l’ultimo aggiornamento delle misure pro imprese varate in Germania, per lo schema di garanzie messo in campo dal Belgio (50 miliardi) e per le misure di supporto alle piccole imprese decise in Romania (3,3 miliardi).
La seconda mossa necessaria è domestica. Riguarda la definizione delle regole Sace ed è anch’essa in arrivo (si veda l’articolo in alto).
Sempre in fatto di tempi, il titolare dei conti italiani ci tiene a rassicurare anche su altri fronti. A partire dall’una tantum da 600 euro per gli autonomi che ha debuttato con il crollo del sistema informatico Inps. «So che in queste ore all’Inps si stanno erogando finalmente i 600 euro», spiega Gualtieri, aggiungendo che il lavoro sarà completato «entro la prossima settimana». Più complicata la prospettiva per i professionisti, colpiti dal cambio di requisiti introdotto nel decreto liquidità per escludere dall’una tantum i pensionati. Ma il problema riguarda in questo caso le Casse private, che devono accertare l’iscrizione «in via esclusiva» al loro sistema previdenziale per staccare l’assegno.
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