
I M5s impongono Simioni ad Enav, Donnarumma a Terna, Bastianini a MpsPresidenze a Calvosa (Eni), Crisostomo (Enel) e Carta (Leonardo). Nodo Poste
La sorpresa nella battaglia politica finale sulle nomine combattuta ieri nella videoriunione da Pd, M5S e renziani è una probabile conferma, quella di Alessandro Profumo come amministratore delegato di Leonardo, l’industria pubblica delle armi e dell’aerospazio. Salvo imprevisti sempre possibili prima dell’ufficializzazione delle candidature, un’altra sorpresa è che si avvia all’uscita la figura che sembrava più inattaccabile, Gianni De Gennaro. L’ex capo della polizia ed ex capo dei servizi segreti è rimasto senza una poltrona dopo sette anni alla presidenza dell’ex Finmeccanica.
Il superpoliziotto sembrava destinato a una presidenza «forte» all’Eni, dove invece è stata indicata Lucia Calvosa, avvocato e docente di diritto commerciale a Pisa, con una storia familiare segnata da un dramma. Lo zio magistrato, Fedele Calvosa, fu ucciso nel 1978 a Patrica dai terroristi (di sinistra) delle Formazioni Comuniste Combattenti. Calvosa è stata nel cda di Telecom e Mps, da sei anni è nel cda di Seif, editrice del fatto Quotidiano.
I Cinque stelle rivendicano di aver ottenuto sei poltrone di vertice, tre presidenze (oltre a Calvosa all’Eni, Michele Crisostomo all’Enel, Luciano Carta a Leonardo) e tre posti di a.d.: Stefano Donnarumma a Terna, Paolo Simioni all’Enav, Guido Bastianini a Banca Mps. Ma i Cinque stelle hanno perso le partite più importanti. Innanzitutto quella condotta per sostituire l’a.d. dell’Eni, Claudio Descalzi, per le vicende giudiziarie, tema etico centrale nella loro campagna elettorale. Il Pd ha alzato un muro impenetrabile a difesa di Descalzi. A favore dell’a.d. dell’Eni si sarebbe pronunciato anche il Quirinale, benché ufficialmente dal Colle non ci siano state comunicazioni.
Per digerire quello che considerano l’amaro calice della conferma di Descalzi, avviato al terzo mandato, il M5S ha insistito per sostituire a Leonardo l’ex banchiere Profumo con un candidato dal profilo industriale. La scelta dei M5S era per Giuseppe Giordo, attuale direttore della divisione navi militari di Fincantieri, fino a marzo 2015 manager di Finmeccanica alla guida di Alenia. Ma anche qui la saracinesca del Pd è stata impenetrabile.
Profumo è vicino a Romano Prodi, oltre dieci anni fa ha votato alle primarie dell’Ulivo e una volta a quelle del Pd. Ex a.d. di Unicredit ed ex presidente di banca Mps, Profumo è stato nominato nel 2017 dal governo di Paolo Gentiloni. Il quale sarebbe intervenuto indirettamente anche ieri per difenderlo, insieme al ministro capodelegazione del Pd Dario Franceschini, presente all’incontro. Al termine della riunione di maggioranza, cui ha partecipato anche il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, Italia Viva con Maria Elena Boschi ha attaccato l’impianto dell’accordo che si stava delineando, in particolare ha criticato Profumo.
Per il M5S hanno partecipato il sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro e il viceministro dello Sviluppo Stefano Buffagni. Per Leu c’era il ministro Roberto Speranza. Sono targate Pd anche le caselle dei due a.d. confermati che non erano stati messi in discussione, Francesco Starace all’Enel, nominato sei anni fa dal governo Renzi e confermato da Gentiloni come Descalzi, Matteo del Fante a Poste Italiane. Del Fante, fiorentino, nel 2014 fu nominato da Renzi alla guida di Terna, nel 2017 è passato a Poste. Dunque il Pd, se le intese politiche reggeranno fino al’ufficializzazione, che deve avvenire entro lunedì 20 aprile, avrebbe ottenuto la guida delle 4 società più importanti fra le sette oggetto di nomina.
Per la presidenza di Enel un’altra novità. È stato indicato l’avvocato Michele Crisostomo, specializzato in diritto bancario. Nato nel 1972, di origine leccese, partner dello studio legale milanese Rccd, Crisostomo ha curato in particolare il ricorso per la Banca popolare di Bari contro l’Unione europea sulla vicenda dell’acquisto di Banca Tercas. La Ue aveva giudicato un aiuto di Stato l’intervento del Fondo bancario di garanzia. Invece il tribunale Ue ha dato torto alla Commissione ha dato ragione al ricorso italiano, caso raro. Crisostomo è stato anche consulente legale di Mps, ha assistito la banca di Siena nell’operazione del prestito obbligazionario detto Fresh. Patrizia Grieco lascia la presidenza dell’Enel, dove era arrivata sei anni fa in tandem con Starace, è stata indicata come nuovo presidente di Banca Mps, al posto di Stefania Bariatti. L’a.d. di Mps sarà Guido Bastianini, ex a.d . di Banca Carige .
Secondo gli accordi di ieri alla presidenza di Leonardo dovrebbe andare il generale della Guardia di finanza Luciano Carta, che è direttore dell’Aise, l’agenzia per i servizi di sicurezza esterni. Se Carta andrà al posto di De Gennaro, sarebbe la prima volta che un esponente dei servizi di sicurezza passa direttamente dai servizi alla guida di una società pubblica. Alle Poste invece si cerca una nuova presidente. L’ipotesi di sostituire Maria Bianca Farina con Francesca Isgrò è saltata. Isgrò, avvocato di diritto amministrativo, avrebbe lavorato insieme a Conte quando faceva l’avvocato, dunque sarebbe in conflitto d’interessi. Il M5S ha conquistato due posti di amministratore delegato con due manager che lavorano in società del Comune di Roma. Stefano Donnarumma, a.d. dell’Acea dal 2017, è stato indicato per andare alla guida di Terna, la società della rete elettrica. Lascia Luigi Ferraris, al quale si riconoscono buoni risultati. Alcuni esponenti del Pd vorrebbero che Ferraris andasse in una poltrona nel gruppo Ferrovie dello Stato. Si è ipotizato che possa andare alla guida di Rfi, ma la nomina spetta al vertice di Fs. All’Enav, la società del traffico aereo, è stato indicato come a.d. Paolo Simioni, che dal 2017 è presidente dell’Atac.
AVANTI TUTTA….. IL REGIME PROSEGUE CON L’OCCUPAZIONE DEL POTERE
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