
Per ora a prevalere resta la linea del rigore. Coprifuoco alle 22 anche a Natale e Capodanno e divieto di spostamenti tra Regioni dal 20 dicembre al 6 gennaio . Questi i «due punti fermi», così li ha definiti Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali che assieme a ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri ha ribadito ai Governatori che il tempo per allentare i divieti potrà arrivare solo se durante il periodo natalizio ci manterremo estremamente prudenti. La discesa della curva dei contagi, così come quella dei ricoveri, è ancora troppo lenta mentre alto resta il numero dei morti (ieri 785 ).
In linea di principio sono tutti d’accordo. Ma sulle restrizioni invece l’intesa non è così scontata né con le Regioni né soprattutto all’interno del Governo dove anche ieri sera è proseguito il confronto tra il premier e i capidelegazione della maggioranza. Lo stesso Conte sul divieto di spostamento tra Regioni gialle (quelle con rischio più basso) ha più di un dubbio e ha proposto di includere tra le deroghe non solo chi deve far rientro alla propria residenza o domicilio ma anche i ricongiungimenti familiari. Un’eccezione che però rischia di allentare a dismisura le maglie anche perché secondo gli esperti tra 20 giorni, salvo sorprese, tutta l’Italia sarà in fascia gialla.
La decisione finale arriverà oggi. Il testo del Dpcm, che entrerà in vigore venerdì, sarà presentato stamane in Parlamento da Speranza e consegnato alle Regioni per un’ultima valutazione prima del Consiglio dei ministri che si terrà stasera alle 21. Una riunione, quella di Palazzo Chigi, dove appare assai probabile anche l’approvazione di un Decreto legge di due soli articoli per estendere fino a dopo l’Epifania le misure del Dpcm, che entrando in vigore il 4 non potrebbe andare oltre il 3 gennaio. Ma soprattutto per affidare a un provvedimento di rango superiore, qual è il decreto legge, il compito di limitare lo spostamento tra Regioni dal 20 dicembre (la data potrebbe anche essere il 19 o il 21) al 6 gennaio. Anche la conferma del coprifuoco alle 22 fa storcere la bocca a più di qualcuno ma su questo difficilmente si tornerà indietro. Tant’è che è aperto il confronto con la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per anticipare la messa di Natale alle 20 proprio per consentire il rientro a casa prima delle 22.
Confermata l’estensione della chiusura dei negozi alle 21 così come quella alle 18 di bar e ristoranti anche l’ultimo dell’anno. Tra le questioni ancora aperte la chiusura o meno degli alberghi in montagna e il divieto di raggiungere le seconde case mentre non è più in discussione la chiusura degli impianti da sci anche se il Governo ha ribadito alle Regioni che si sta lavorando a un coordinamento europeo per evitare di dover assistere al paradosso di subire una significativa perdita economica a favore di Paesi concorrenti quali Austria e Slovenia oltre che Svizzera. Si è riaperto invece su iniziativa del Premier l’ipotesi di una riapertura parziale delle scuole, o meglio di una riduzione della didattica a distanza, dal 14 dicembre. Il premier ne ha parlato nella riunione di maggioranza ipotizzando di istituire tavoli presso le prefetture con presidi e rappresentanti degli enti locali per verificare la possibilità e gestire il ritorno a scuola anche degli studenti delle superiori.
AD MAJORA……..
Vediamo cosa sarà “partorito” stavolta
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