Cade il veto di Ungheria e Polonia dopo il compromesso con la presidenza tedesca della Ue. Bilancio e operazione anti-crisi al via da gennaio

Si sblocca la partita Ue su budget e fondo per la ripresa. I 27, riuniti a Bruxelles per la due giorni del Consiglio europeo, hanno raggiunto un’intesa sul bilancio comunitario 2021-2027 e il Recovery fund, il pacchetto da 750 miliardi di euro per rilanciare l’economia continentale dopo la crisi del Covid-19. La partenza prevista per entrambi è fissata al primo gennaio 2021, anche se i primi esborsi del fondo per la ripresa arriveranno – come minimo – all’inizio dell’estate.
A dare per primo l’annuncio, su Twitter, è stato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Accordo sul Next Generation EU e sul Recovery Fund – ha scritto – Ora possiamo cominciare con l’attuazione e la ricostruzione delle nostre economie. Il nostro monumentale pacchetto di ripresa guiderà la transizione verde e digitale». A esultare è anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: «L’Europa va avanti – scrive – 1.800 miliardi per alimentare la nostra ripresa e costruire una Ue più resiliente, verde e digitale – aggiunge von der Leyen – Congratulazioni alla Presidenza tedesca del Consiglio».
Bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): leggi il documento completo VISUALIZZA
Cade il veto di Ungheria e Polonia
Il via libera al pacchetto, dopo l’intesa preliminare fra Parlamento e Consiglio, era tenuto sotto scacco dalla minaccia di veto in arrivo da Ungheria e Polonia. I due paesi si opponevano al meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto: una clausola che avrebbe vincolato la ricezione di fondi comunitari al rispetto dei principi fondativi della Ue, classificato da Budapest e Varsavia come un «ricatto politico» rispetto a due paesi più volte nel mirino della Commissione per politiche ritenute lesive di libertà civili e separazione dei poteri.
La presidenza tedesca della Ue ha raggiunto un compromesso con i due paesi, ora confermato dall’ok generale al pacchetto di budget e fondo per la ripresa. In breve: la condizionalità sullo stato di diritto rimane al suo posto, ma la Commissione includerà una «dichiarazione interpretativa» che ne spieghi i contenuti. Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato il peso negoziale della Germania nella trattativa. «Non avevo dubbi – ha scritto su Twitter – Alla fine i veti su NextGenerationEU sono stati superati. Un successo per la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Ue. La firma è di Angela Merkel»
Una fonte Ue interpellata da Radiocor ha indicato che il testo della bozza di conclusioni del Consiglio sul compromesso non ha subito variazioni. In precedenza alcuni leader, inclusa la presidente della Commissione von der Leyen, avevano paventato il ricorso a un Recovery fund a 25: una versione ristretta del fondo per la ripresa che avrebbe escluso solo Ungheria e Polonia, privandoli di uno spicchio del fondo pari a 180 miliardi di euro in due.
I leader di Ungheria e Polonia, comunque, hanno mantenuto la propria linea sul meccanismo di condizionalità. Il primo ministro polacco Morawiecki ha riconosciuto che il suo paese ha ottenuto «molte più garanzie» sulla clausola, ma farà comunque ricorso alla Corte di giustizia europea. Il suo omologo ungherese Viktor Orban ha cercato di annacquare gli entusiasmi, sottolineando che il pacchetto di bilancio e Recovery fund deve uscire indenne dal «grande ostacolo» della ratifica nei parlamenti nazionali.
“Sulle ratifiche nazionali del Recovery Fund il clima è molto buono, anche da Paesi che sono stati più diffidenti. Non c’è stato nessun segnale di nervosismo, non ci aspettiamo un cammino irto“, ha precisato il Presidente del Consiglio che ha aggiunto: “Ragionevolmente sarà difficile che potremo partire prima di febbraio”.
“Io ho la piena responsabilità e consapevolezza di questo incarico, e sono pienamente edotto del fatto che andrò avanti con la fiducia di ogni forza di maggioranza e di tutte le forze complessivamente”.
Adesso inizia un’altra fase. “Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, ci confronteremo con le singole forze politiche e poi collettivamente. Cercheremo di capire che fondamento hanno questo critiche e che istanze rappresentano. Il Paese merita risposte”, dice Conte pronte ad accogliere “tutte le proposte per migliorare la capacità amministrativa dello Stato” sul Recovery Plan. “Quello che va chiarito è che questa struttura non vuole e direi non può esautorare i soggetti attuatori dei singoli progetti, che saranno amministrazioni centrali e periferiche. Noi però abbiamo bisogno di una cabina di monitoraggio,altrimenti perderemmo soldi”.
Quanto alla situazione interna, ammettere il Premier “Ci sono delle istanze molto critiche, dobbiamo capire cosa nascondono, quali obiettivi. Lo faremo incontrando le delegazioni delle singoli forze di maggioranze. Serve trasparenza”. E’ chiaro che dobbiamo dimostrare di essere all’altezza ma dobbiamo già dimostrarlo nelle convinzioni, nei toni, per farlo non ci dobbiamo nascondere. C’è già una collegialità, ma evidentemente non basta”, ha aggiunto.
Rispondendo a chi gli chiedeva se all’Ilva di Taranto, destinata ai fondi del Just Transition, si abbandoneranno i combustibili fossili. Conte ha assicurato che il programma dell’accordo prevede “man mano diventerà tutto verde”, ma “occorre farlo in un arco temporale già previsto dal piano”.
“Non è che ci stiamo prendendo gusto con la mano pubblica, tutti i Paesi con la pandemia, in una situazione così pesante, sono costretti anche a programmare investimenti, anche con l’intervento della mano pubblica in alcuni asset strategici che non possiamo permetterci di perdere”.
Poi il difficile capitolo dei limiti agli spostamenti nelle festività che possono “creare un problema oggettivo, è chiaro che chi vive in una grande città e ha i congiunti prossimi ha la possibilità di muoversi. Chi è in paesini più piccoli, può avere qualche difficoltà. Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre eccezioni sui Comuni più piccoli, in un raggio chilometrico contenuto, torneremo su questo punto. Il Parlamento è sovrano. Ma grande cautela in qualsiasi eccezione”.
Sul Covid “abbiamo ribadito la necessità di rafforzare il coordinamento tra i Paesi soprattutto in vista delle festività. Abbiamo sottolineato l’importanza di un approccio coordinato” sui vaccini. “Se ci riusciremo cercheremo di organizzare il Vaccino-Day per dimostrare che l’Europa parte insieme”.
Infine, sulla Brexit “il tempo stringe dobbiamo prepararci a una hard Brexit e come Italia l’abbiamo fatto da tempo, abbiamo predisposto tutto”. Nel negoziato tra Londra e Ue , ammette Conte, “rimangono difficoltà, continueremo a lavorare, ci sono questioni non minimali ma di fondamentale importanza” come la parità di condizioni su cui “l’Ue non può cedere”.
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