

Omelia di mons. Erio Castellucci nella Santa Messa
della notte di Natale nel Duomo di Modena
“Il Natale di Gesù, come un faro, getta un fascio di luce sulla dignità della vita di ogni essere umano”
Il censimento serve per poter governare meglio una popolazione. Conoscere quanti sono gli abitanti di un territorio, dove sono raggruppati, qual è la loro età, aiuta i responsabili ad organizzare meglio i servizi, le scuole, gli uffici amministrativi e gli ospedali. Nel mondo antico il censimento serviva anche a regolare il sistema della tassazione e pianificare le guerre. L’imperatore Cesare Augusto, sotto il quale nasce Gesù, ordina tre censimenti, a distanza di circa vent’anni l’uno dall’altro. Per farsi registrare in uno di questi censimenti, Giuseppe si mette in cammino con Maria verso Betlemme. A differenza di quanto accade oggi, dove basta una telefonata o una mail per compilare il modulo, allora era necessario recarsi al paese d’origine del capofamiglia, che per Giuseppe era appunto Betlemme. La distanza da Nazareth a Betlemme è di circa 150 chilometri, che con le strade e i mezzi dell’epoca avranno richiesto almeno una settimana di viaggio; essendo poi Maria in attesa di un bambino, sarà stato un percorso lento e impegnativo.
Gesù è oggetto e soggetto insieme: oggetto di statistica, un nome tra gli altri; soggetto di salvezza, un nome unico nella storia
Con quel censimento, l’imperatore Augusto riesce a registrare anche Gesù. Così il suo nome entra nel conteggio dei sudditi. Certo, quel nome non sarà arrivato a Roma e si sarà fermato nei registri della provincia della Palestina: non era pensabile che gli elenchi venissero portati nella capitale; era sufficiente che arrivassero le statistiche. Sarà necessario aspettare più di un secolo per trovare il nome di Gesù scritto in un documento storico romano. Gesù per molto tempo rimane un nome confuso tra milioni di nomi; è scritto in un registro, ma resta per decenni perfettamente sconosciuto all’impero. È censito come tutti gli altri, uno tra milioni, confuso nella schiera dei sudditi. Eppure è così diverso, così unico. Gesù è oggetto e soggetto insieme: oggetto di statistica, un nome tra gli altri; soggetto di salvezza, un nome unico nella storia. Disse san Giovanni Paolo II nel suo primo messaggio natalizio: “Natale è la festa dell’uomo. Nasce l’Uomo. Uno dei miliardi di uomini che sono nati, nascono e nasceranno sulla terra. L’uomo, un elemento componente della grande statistica. Non a caso Gesù è venuto al mondo nel periodo del censimento; quando un imperatore romano voleva sapere quanti sudditi contasse il suo paese. L’uomo, oggetto del calcolo, considerato sotto la categoria della quantità; uno fra miliardi. E nello stesso tempo, uno, unico e irripetibile” (25 dicembre 1978). 1-continua
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