Firmato il nuovo DPCM dal Premier Draghi⬇️

In quali negozi non serve il green pass: la lista

Come riportato nella bozza del provvedimento, nei negozi di beni alimentari (in cui non si consuma cibo) non servirà il green pass. L’elenco nel dettaglio prevede che siano esclusi dall’uso della certificazione coloro che si recano in negozi di:

  • Commercio al dettaglio in esercizi specializzati e non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari)
  • Commercio al dettaglio di prodotti surgelati

Ci sono poi altre attività per cui non servirà il green pass:

  • Commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati.
  • Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati.
  • Farmacie, prodotti sanitari, ottici
  • Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari.
  • Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie, parafarmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica)
  • Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati.
  • Commercio al dettaglio di materiale per ottica.
  • Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati.
  • Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento.

Quando entra in vigore l’obbligo di green pass nei negozi

L’obbligo di green pass base nei negozi, così come negli uffici pubblici, nelle banche e nelle poste, scatta a partire dal 1 febbraio, come previsto dal decreto legge del 5 gennaio. Diverso il discorso per quanto riguarda parrucchieri, estetisti e barbieri, per cui l’obbligo di certificazione verde base – e quindi sempre con la tripla ipotesi vaccinazione, guarigione o tampone negativo – scatta il 20 gennaio.

Cosa cambia dal 1° febbraio: pensione solo col Green Pass, servirà per incassare l’assegno alle Poste

Le regole del nuovo decreto. Al supermercato acquistabili da chiunque anche beni non di prima necessità.

Il governo non fa sconti nemmeno agli anziani senza vaccino, che dal 1° febbraio non potranno più mettere piede negli uffici postali, nemmeno per ritirare l’agognata pensione. Smentendo le indiscrezioni della vigilia, il Dpcm uscito ieri da Palazzo Chigi nella lista delle attività «essenziali», alle quali si continuerà ad accedere senza nemmeno il Green Pass base rilasciato con il solo tampone, non ha previsto alcuna eccezione per chi va ad incassare l’assegno di quiescenza. Potenzialmente interessati alla stretta sono quel milione circa di italiani in età di pensione non ancora vaccinati. «Più che di No Vax si tratta di anziani disinformati, che vivono in località remote e senza la minima alfabetizzazione digitale», hanno più volte spiegato gli uomini della struttura commissariale nell’annunciare l’invio di squadre mobili per vaccinare gli anziani nelle località più remote. I quali ora però non figurano nella stringata lista delle deroghe all’obbligo di mostrare il Green Pass. «Condividiamo lo spirito del decreto, ma siamo preoccupati per quei non pochi anziani non scolarizzati e malati che vivono di pensione e che sono senza Green Pass, solo perché disinformati o magari con malattie che non consentono loro di vaccinarsi», denuncia Roberto Messina, presidente di Federanziani, l’associazione della terza età che gestisce 3.500 centri anziani. Per molti di loro «riscuotere la pensione è quasi un rito, mi auguro che la norma venga meglio specificata», apre il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.

Se per i pensionati il Dpcm non ammette deroghe, alla fine l’ha però concessa a chi al super e all’ipermercato va non per acquistare il pane o altri beni essenziali, ma magari per portarsi a casa delle cuffie wireless. Una «faq» di Palazzo Chigi ha specificato che l’accesso a questi esercizi commerciali «consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce» e che quindi nessuno verrà a sbirciare nel nostro carrello della spesa. Per il resto è confermato che senza aver fatto almeno il tampone non si va nemmeno dal tabaccaio, in libreria, in banca, in qualsiasi ufficio pubblico o in un negozio di abbigliamento. A meno che non si voglia optare per la soluzione più semplice. Vaccinarsi. 

DOVE SI PUÒ ENTRARE SENZA NESSUN CERTIFICATO
Ingressi liberi dagli alimentari alle farmacie

Sono nove le tipologie di negozi in cui si potrà entrare senza avere il Green Pass anche dopo il 1° febbraio: ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimarket e altri punti vendita che abbiano alimenti di vario tipo; negozi di surgelati; quelli dedicati agli animali domestici e specializzati nella vendita di cibo; esercizi specializzati che vendono carburante per autotrazione; negozi di articoli igienico-sanitari; farmacie, parafarmacie e altri punti vendita specializzati nell’acquisto di medicinali senza ricetta; punti vendita di articoli medicali e ortopedici; ottici e negozi che vendono combustibile per uso domestico e per il riscaldamento. Si potrà entrare senza Green Pass negli uffici di polizia e della municipale e negli uffici giudiziari per fare denuncia, testimoniare o tutelare minori e persone incapaci di intendere. Non serve il certificato nemmeno per andare al chiosco dei giornali, ma serve nelle edicole al chiuso. Accesso free anche a mercati e mercatini all’aperto. 

DOVE È SUFFICIENTE LA VERSIONE BASE
Negozi e banche: serve almeno un tampone

Dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, ossia dal 1° febbraio, per entrare in tutti i negozi, escluse le eccezioni allegate allo stesso provvedimento, non si potrà entrare senza mostrare almeno il Green Pass base, rilasciato anche con il tampone. Necessario quindi per andare a far compere in un negozio di scarpe o di abbigliamento, di prodotti elettronici o di telefonia, in libreria. È bene poi ricordare che dal 20 gennaio senza lasciapassare, almeno quello rilasciato dopo il test, non si va più nemmeno a farsi i capelli dal barbiere o dal parrucchiere e off limits sono diventati anche i centri estetici.

Il certificato base serve poi per andare in banca, alla Posta e in qualsiasi ufficio aperto al pubblico. Comprese le questure, se non si va per urgenze come una denuncia, perché per chiedere il rinnovo del passaporto invece serve. Green Pass base anche per giudici e avvocati quando entrano in un ufficio giudiziario o in un’aula di tribunale. 

DOVE È RICHIESTA LA VERSIONE RAFFORZATA
Sport e svaghi vietati a chi non è vaccinato

Nei negozi, senza eccezioni, non serve dover dimostrate di essere in regola con i vaccini per entrare, ma per recarsi nella maggior parte dei luoghi legati alla socialità serve il Green Pass rafforzato, quello rilasciato a chi è in attesa della seconda dose, ha fatto il primo richiamo da non più di 4 mesi oppure ha già avuto il booster; o, ancora, a chi è guarito da non più di sei mesi. Tutte condizioni che danno diritto al Super Green Pass necessario per mettere piede in bar e ristoranti, sia al chiuso sia all’aperto; in palestre e piscine o in cinema, teatri, stadi e palazzetti dello sport. La certificazione rafforzata è inoltre obbligatoria per alberghi e strutture ricettive; feste dopo cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; impianti di risalita sciistici al chiuso, come ovovie, cabinovie e seggiovie coperte; centri natatori, per sport di squadra e centri benessere anche all’aperto; centri culturali, sociali e ricreativi all’aperto. 

LE NORME PER I SERVIZI SANITARI
Accesso senza controlli solo per le urgenze

Il Green Pass non è richiesto «per esigenze di salute», specifica il Dpcm. Chi ha bisogno di un ricovero urgente, di chiudere in tutta fretta una ferita al pronto soccorso, di curare un ascesso a un dente o acquistare farmaci o altri dispositivi sanitari, non sarà quindi obbligato a mostrare alcun lasciapassare sanitario, né quello rilasciato a seguito di vaccinazione o guarigione né quello che si ottiene per 48 ore con un tampone rapido e per 72 con uno molecolare. Il decreto specifica poi che l’accesso libero deve essere consentito anche agli accompagnatori. Un’apertura, quella concessa dal Dpcm, che richiederà qualche chiarimento rispetto alla regola che vige in quasi tutti gli ospedali di sottoporsi obbligatoriamente almeno a un tampone rapido prima di mettere piede in corsia o in ambulatorio, anche se si possiede il Green Pass «rafforzato». Il certificato, anche solo nella versione base, continua a essere obbligatorio per chi va a far visita ai propri cari negli hospice o nelle Rsa.

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