Luigi Lamma

C’è tanto ma non tutto di Rossano Bellelli nelle 200 pagine del libro, da pochi giorni nelle vetrine delle librerie di Carpi, “1922 – 2022 Corsi e ricorsi storici”. C’è il giornalista, c’è il politico, c’è l’appassionato di storia e c’è un figlio che, insieme al padre deportato in campo di concentramento di cui pubblica il diario, ha uno sguardo grato sulla vita trascorsa e preoccupato su quello che verrà. E’ una modalità originale quella adottata da Bellelli che si è ricavato il ruolo di abile direttore-regista attingendo all’immenso repertorio di articoli e saggi scritti da amici e colleghi, aggiungendo alcune note personali. Così i cinque capitoli scorrono veloci con contributi brevi e incisivi, riportano nomi e fatti, figure di rilievo del panorama nazionale e locale protagonisti del secolo di storia: si passa da “Mussolini, fascismo, dittatura”, poi “10 giugno 1940: la giornata balorda”, si apre il tempo di “De Gasperi, democrazia, libertà” con un’attenzione alle vicende della chiesa cattolica parlando di tre Papi e di noti volti di casa nostra, i “santi della porta accanto” secondo la definizione di Papa Francesco: don Zeno Saltini, don Ivo Silingardi, Odoardo Focherini. L’ultimo capitolo come accennato riporta integralmente il diario scritto dal padre, Arduino Bellelli, deportato nel lager nazista di Norimberga.
Il centenario della Marcia su Roma, anniversario ricordato con numerosi eventi divulgativi e approfondimenti, è il contesto più consono per dare alle stampe questo libro e farlo assurgere a lanterna da collocare sul moggio affinchè certe pagine oscure del nostro passato non possano più ripresentarsi. “Ciò che ha rappresentato il fascismo nel ventennio non può es- dimenticato”: l’intento “educativo” è molto chiaro, troppe avvisaglie inducono a “riflessioni negative sul presente”, far conoscere i fatti, insegnare la storia si rivela, oggi più che mai, un vero servizio alla libertà e alla democrazia. Dentro questo manuale di “sopravvivenza democratica” si colloca una delle esperienze più originali che ha visto Bellelli protagonista e narratore: i viaggi nell’Est Europa, nell’ex Unione Sovietica, promossi dall’imprenditore carpigiano Renato Crotti. Da politico di lungo corso, cresciuto nella corrente più potente della Democrazia Cristia-na che faceva riferimento a Giulio Andreotti, Bellelli si destreggia tra numeri e percentuali delle competizioni elettorali dal dopoguerra ad oggi, e si sofferma con bel saggio sul “terremoto” del 15 giugno 1976, con il tracollo della DC e l’avanzata del PCI. A proposito di corsi e ricorsi della storia: qui le critiche al partito dello scudo crociato “dall’immagine confusa”, la “non credibilità dei capi storici”, più spazio ai territori e ai quadri intermedi… assomigliano tanto a quelle e rivolte oggi al PD. Non poteva mancare in questo capitolo la firma di Giulio Andreotti nel parasere grafo “Il potere logora (chi non l’ha)”. Ci sono anche due scritti a firma del vescovo Alessandro Maggiolini, penna graffiante, che commenta i gravi fatti del G8 di Genova e il nascente fenomeno migratorio in particolare il rapporto con fedeli musulmani.
Interessante la chiave interpretativa utilizzata per descrivere “Il ruolo della Chiesa cattolica”. Abbandonato lo schema accademico del pre e post Concilio, Bellelli si concentra sulle persone, sui grandi testimoni e profeti, che davvero hanno lasciato il segno e tanto hanno fatto discutere come segni di contraddizione. I due pontefici che più hanno regnato nel secolo preso in esame: Pio XII e il suo rapporto con gli ebrei (19 anni) e di Giovanni Paolo II, il papa polacco che ha aperto la strada alla caduta del muro di Berlino (27 anni). Per arrivare all’attualità di Papa Bergoglio con le sue battaglie per il rinnovamento della Chiesa. Un rinnovamento che la Chiesa di Carpi assaporò nei decenni passati attraverso le intuizioni profetiche di don Zeno Saltini, il martirio di un laico e padre di famiglia Odoardo Focherini, le opere caritative di don Ivo Silingardi.
Si arriva infine alle ultime 50 pagine del libro che riportano la trascrizione del diario del padre Arduino, un documento straordinario visto che agli internati non era consentito scrivere. Una cronaca minuziosa, giorno per giorno (dall’8 settembre 1943 al 27 maggio 1945), dai trasferimenti alla vita nel campo di concentramento. In mezzo una lettera alla moglie Bianca, scritta da Trento, nella quale emerge tutta la sofferenza per la lontananza e la speranza di una rapida soluzione.
Un libro a più voci ma con un direttore di coro di cui ancora una volta si può apprezzare lo sguardo “politico” con cui ci accompagna a leggere la storia e l’attualità, quasi a voler dimostrare, non solo il principio dei “corsi e ricorsi” ma soprattutto la stretta connessione tra ieri e oggi, se l’oggi non si alimenta delle lezioni del passato, davvero libertà e democrazia poggiano su una base molto fragile e siamo tutti a rischio.
Articolo di Luigi Lamma che oltre ad avere il dono della sintesi è sempre puntuale e preciso con la PENNA.
Ad maiora
G.C.
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