
Questo complicato 2020, FORSE, vale la pena ripercorrerlo ricordando brevemente i passaggi più significativi e gettando uno sguardo al 2021, con l’augurio che sia un anno ‘normale’.
Riassumere in poche righe l’anno in corso è impresa davvero ardua. Il 2020 non è iniziato sotto i migliori auspici, con le forti tensioni fra Stati Uniti e Iran che hanno fatto temere una pericolosa escalation. Poi, a fine gennaio, l’inizio della quarantena a Wuhan e l’esplosione della pandemia COVID 19, che ha condizionato le nostre vite fino ad oggi e lo farà, per certi versi, per molti mesi a venire.
Gli infiniti negoziati sulla Brexit e le elezioni presidenziali americane hanno distratto l’attenzione in alcuni frangenti, con fasi di nervosismo e distensione.
L’arrivo dei vaccini ha infine riacceso le speranze di un ritorno alla vita normale nel 2021.
Se dovessimo scegliere una parola per caratterizzare questo 2020, guardando ai mercati finanziari, sarebbe certamente ‘dispersione’. La pandemia ha messo a dura prova il nostro modo di lavorare globalizzato e interconnesso e, al tempo stesso, ha innescato una brusca accelerazione di alcune tendenze preesistenti, determinando vincitori e vinti.
Sul fronte sanitario, l’emergenza Covid ha avuto molteplici implicazioni, dalla revisione dei sistemi sanitari, al maggior utilizzo della telemedicina, all’arrivo di una nuova classe di farmaci che potrebbero avere, fra l’altro, importanti implicazioni nella cura del cancro. Dal punto di vista industria. le, l’esplosione del telelavoro e la nostra sempre maggiore dipendenza dalle applicazioni cloud, hanno dato il via a una vera e propria rivoluzione tecnologica che ha interessato tanto i privati quanto le aziende.
Non stupisce quindi vedere il Nasdaq sui massimi storici, con una performance di oltre il 40% (16 dicembre), mentre molti altri listini, in particolare in Europa, si trovano ancora in territorio negativo. La maggiore sfida per il 2021 resta legata alla gestione dell’emergenza sanitaria. Siamo
All’inizio della piu’ grande campagna vaccinale della storia, che dovrebbe permettere il progressivo ritorno alla normalità delle attività economiche.
Il timore che le catene produttive di molti settori venissero irrimediabilmente danneggiate dai lockdown, non si è fortunatamente concretizzato, grazie all’intervento di governi e Banche Centrali. Sotto i medesimi presupposti, dal secondo trimestre la ripresa potrebbe quindi essere spedita.
Anche se è stato un anno difficile per titoli ciclici e small cap, le aspettative generate dai vaccini hanno permesso a questi segmenti in difficoltà di recuperare nell’ultimo mese parte del divario con i settori migliori, con una rotazione unica nel suo genere. Questa tendenza potrebbe
Proseguire nel 2021, sostenendo in particolare i listini europei. La ripresa a pieno regime del commercio globale dovrebbe dare una spinta ulteriore alle economie asiatiche, che hanno gestito molto meglio l’epidemia e sono già ripartite da mesi grazie all’aumento dei consumi interni. Le
Banche Centrali non faranno mancare il sostegno di tassi a zero e aiuti monetari, anche a dispetto di un’inflazione in crescita. Se tutto dovesse procedere per il meglio, è lecito comunque attendersi una normalizzazione dei rendimenti governativi, sia in Europa che negli Stati Uniti. Molte Case
D’investimento stimano il decennale americano all’1,5% entro fine 2021, non molto ma abbastanza per fornire un po’ di redditività al settore finanziario.
AD MAIORA
Giorgio Cavazzoli
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